Candidati all'Oscar come Miglior Film d'Animazione
Vincitore: Ribelle, The Brave
Ribelle - The Brave - di Mark Andrews - Animazione ***
Arriva sugli schermi la Principessa versione Pixar, e perciò anticonformista, appassionata di freeclimbing, allergica alle regole e ben decisa a non sposare un pretendente scelto dalla famiglia. Merida vive in Scozia con i genitori, un carnale e passionale padre re di tutti i clan, e una madre tutta disciplina e volontà, che non capisce il bisogno di libertà ed indipendenza della figlia. Il desiderio di imbrigliare la vitalità di Merida passa anche attraverso abiti stretti ed umilianti cuffie che mortificano i magnifici capelli rossi della principessina, che resta però incapace di accettare il cerimoniale arcaico e le sue conseguenze - un matrimonio con principi davvero imbarazzanti per pochezza - i vecchi principi di Cenerentola e Biancaneve non erano certo modelli di appeal e intelligenza, ma qui siamo davvero alla parodia della parodia! E così Merida decide di infrangere ogni regola dei clan combattendo per la propria mano come un qualunque primogenito. L'incontro con una strega pasticciona le fornirà una pozione per far cambiare idea alla madre riguardo alle nozze ma provocherà danni che la coraggiosa ragazzina dovrà affrontare e risolvere con il suo proverbiale coraggio. Fino ad un conciliante lieto fine che apre la mente ai genitori e fa fare un ulteriore passo avanti nell'emancipazione delle principesse delle favole. La scelta della Pixar riguardo la sceneggiatura questa volta è di sottrarre invece di accumulare piani di lettura, citazioni e metafore, perchè la trama è classica e lineare, e le varie prove che Merida deve affrontare per smussare la propria ribellione e renderla più consapevole ed adulta sono le tipiche fasi di crescita di ogni favola. Ciò che è magnifico come sempre sono i caratteri - le smorfie di Merida sono più espressive di quelle di alcune botulinate star di Hollywood - e i suoi riccioli rossi sono una tra le più riuscite creazioni della computer grafica di tutti i tempi. I personaggi di contorno sono curati e spassosi, la segreteria telefonica della strega un' esilarante parodia dei call center e le sfumature caratteriali della principessa e della madre (Reese Witherspoon ed Emma Thompson le voci nell'originale) sono credibili e sincere, e ben esprimono i contrasti e l'affetto dei rapporti madre figlia. Un prodotto forse meno roboante delle tante animazioni al fulmicotone cui ci hanno abituato le produzioni statunitensi degli ultimi anni, ma sicuramente piacevole e scorrevole, anche se qualche scena più smaccatamente spassosa avrebbe dato un pizzico di ironia ed energia in più a quei riccioli ribelli e indomabili.
Pirati ! Briganti da Strapazzo - di Peter Lord - Animazione ***
Lontanissimi i tempi in cui gli eroi dei film di animazione erano belli buoni e intelligenti, gli ultimi capolavori in computer graphic o stop motion ci hanno fortunatamente abituato a personaggi goffi (Shrek) e spavaldi (il Gatto con gli stivali) imbranati (il Figlio di Babbo Natale) o gaglioffi (Cattivissimo me) e per questo tanto più divertenti. La casa di produzione inglese Aardman Animations cui si deve la fortunata serie di Wallace e Gromit e Galline in Fuga fra gli altri prosegue la sua avventura con i pupazzi in plastilina e latex, unendo questa volta la computer graphic per i fondali, le navi, il mare e realizza un altro capolavoro con protagonista un pirata totalmente incapace e sfortunato, ma che ha ugualmente l'ambizione di vincere il premio "Pirata dell'Anno" - inseguire i propri obiettivi sempre e comunque, come suggerisce la canzone che accompagna varie scene del film "You can get it if you really want" (puoi farcela se davvero lo vuoi) - premio in stile Oscar con tanto di presentatore kitsch col ciuffo alla Elvis. Ma i concorrenti sono agguerriti, vantano tesori e ricchezze che il povero Capitan Pirata si sogna, come fare dunque? Quando lui e la sua altrettanto scombinata ciurma (un albino, un gottoso, una ragazza travestita da uomo tra gli altri, si imbattono nientemeno che in Charles Darwin l'impresa sembra vicina perchè il grande naturalista riconosce nel pappagallo mascotte di bordo un rarissimo esemplare di dodo e convince il capitano a recarsi a Londra per presentare la bestia alla comunità scientifica promettendogli in cambio ori e ricchezze infinite. Ma a Londra c'è la Regina Vittoria, nemica giurata dei pirati... le avventure che coinvolgeranno i nostri antierori sono esilaranti e sempre venate di un ironia britannica che dà l'impronta giusta al film, le citazioni e i riferimenti storici sono esilaranti (l'uomo elefante vestito proprio come nel film di Lynch, con cappello e sacco a nascondergli il viso una trovata geniale) le battute comiche quasi sempre al vetriolo sono sicuramente più per un pubblico adulto che per dei bambini, ma colpiscono nel segno regalando risate intelligenti e la trama un susseguirsi di colpi di scena, trappole e ribaltamenti di fronte che mantengono altissimo il ritmo senza mai cadute di stile. Da un punto di vista tecnico diciamo solamente che per animare la sola barba del capitano c'è voluto più di un anno di lavoro, e la cura maniacale con cui la Aardman realizza i suoi progetti si traduce in perfette messe in scena. Davvero difficile immaginare vette più alte per l'animazione, ma non poniamo limiti all'abilità dei grandi creatori inglesi e ci aspettiamo altri meravigliosi capitani coraggiosi a solcare oceani di fantasia e divertimento.
Frankenweenie - di Tim Burton - Animazione ****
Meritatissima Nomination agli Oscar per questo distillato puro dell'arte filmica di Tim Burton questo lungometraggio incentrato sulla storia di Victor e del suo cane Sparky cui lo stesso regista aveva già dedicato un corto con attori in carne ed ossa quasi trent'anni fa. Liberissimamente ispirandosi alla storia di Frankenstein e molto più alla sua visione eccentrica della vita Burton realizza uno stop motion emozionante e visionario, ricco di personaggi surreali e poetici, facendoci scivolare dolcemente in un lieto fine di grande tenerezza. Victor Frankenstein è un ragazzino solitario, appassionato di scienza e affezionatissimo al proprio cane Sparky. A scuola è circondato da compagni che formano la compagnia di freaks più eterogenea e simpatica del già vasto campionario bartoniano e adora il suo insegnante di scienze, il professor Rzykruski, fattezze alla Vincent Price e voce di Martin Landau in originale, che viene osteggiato dalla reazionaria comunità di New Holland neanche fosse il peggior eretico del medioevo. Dopo che Sparky è stato investito ed ucciso da una macchina Victor, memore delle lezioni del professor Rzykruski, tenta di riportare in vita l'amato cagnolino con l'elettricità dei fulmini. L'esperimento riesce, ma i compagni invidiosi tentato di resuscitare altri animali dando vita a mostruose creature che semineranno il panico durante l'annuale festa del paese, voluta da un sindaco tanto gretto quanto fisicamente somigliante ad uno Shrek accigliato. Divertente, commovente, ricco di spunti e di trovate registiche , forte di una sceneggiatura puntale quanto originale pur nella rilettura di un classico, Frankenweenie ha il suo punto di forza nella caratterizzazione dei personaggi, dal bambino con pochi amici Victor all'amichetta dark Elsa, nipote del sindaco e padroncina di una barboncina acconciata come la moglie di Frankenstein nell'omonimo film. I comprimari sono tutti perfettamente congeniali a ricreare quell'atmosfera un po' incantata un po' funesta che accompagna da sempre le migliori opere di Burton e il bianco e nero conferisce al tutto un sapore retrò - l'ambientazione è come sempre atemporale ma vagamente Anni Cinquanta - con il risultato di regalarci un ennesimo piccolo grande capolavoro di tecnica ed emozione fuse dal cuore folle di Burton che fa enunciare al professor Rzykruski quella che probabilmente è la sua stessa fede e cioè che la scienza - e forse per Burton anche il cinema, e la vita - si realizza con la mente ma anche con il cuore, perchè solo con la mente si dà vita unicamente a dei mostri. E a Burton, come anche a noi, piacciono solo i mostri umani e dolcissimi che animano le sue pellicole.
Ralph Spaccatutto - di Rich Moore - Animazione ****
Scelta magica e vincente quella della Disney per questo Natale, rendere protagonisti i personaggi di un universo se non parallelo quanto meno obliquo a quello dell'animazione, e cioè quello dei videogiochi. Ma diciamolo subito, si dimentica ben presto l'origine di Ralph & Co, perchè hanno carattere e storie talmente forti da schizzare fuori dal loro angusto spazio e diventare eroi a tutto tondo. Il protagonista è il granitico Ralph, da sempre cattivo a tutto tondo del videogioco Felix Aggiustatutto, abituato a distruggere palazzi e ad essere catapultato dall'ultimo piano per finire nella spazzatura. Stanco di essere l'emarginato del gioco Ralph partecipa a sedute di gruppo insieme ad altri cattivi di videogiochi in cui cerca di accettare la propria natura di antieroe, ma nonostante il mantra "cattivo non è male" non riesce a smettere di desiderare di cambiare ruolo e diventare per una volta l'eroe positivo che conquista medaglie ed è amato da tutti. E così parte all'avventura uscendo dal proprio gioco e andando a cercar fortuna in altri videogiochi. Affiancherà Tamora di "Hero's Duty" a sconfiggere gli scarafoidi e si conquisterà l'ambita medaglia, ma non avrà fatto i conti con uno fra i personaggi disneyiani più riusciti degli ultimi anni, Vanellope von Schweetz, una bambina pestifera del gioco "Sugar Rush" che gli ruba la medaglia e lo coinvolge in una girandola di avventure e sfide con il malvagio Re Candito. Lieto fine assicurato ma originalissimo, con principesse che si tolgono il vestito regale per indossare la tuta da pilota da corsa (andatelo a dire a generazioni di bambine cresciute nel mito delle principesse Disney che saremmo arrivati ad una rivoluzione dolce come questa!) con glitch - errori digitali, quindi freaks, diversi - che diventano beniamini dei bambini e con un matrimonio "misto" fra personaggi di videogiochi diversi, a dimostrare che uscire dai propri confini, fisici e mentali, fa sempre bene. Chiunque abbia più di quarant'anni potrebbe essere perplesso di fronte ad un mondo di eroi che non conosce e che non appartiene alla tradizione fiabesca letteraria cui ha per decenni attinto la Walt Disney, ma è una perplessità che sparisce col divertimento, con l'emozione, con la presenza scenica di Ralph e dei suoi amici che appassionano e coinvolgono, fanno sorridere ed anche commuovere - vedere Vanellope che si avvolge nella cartina di caramella nella discarica in cui vive sola ed emarginata da tutti per credere - e che portano l'animazione ad un livello ancora superiore a quello che già gli ottimi prodotti delle ultime stagioni ci avevano proposto. Urge seguito!!!
Paranorman - di Chris Butler - Animazione ***
Sempre più spesso i film sentono il bisogno di rappresentare i bambini e gli adolescenti più fragili, più emarginati, più solitari, forse perchè sono specchio della realtà molto più dei fantomatici eroi cui una volta veniva affidato il ruolo del protagonista. La scorsa stagione fu la volta de "Il figlio di Babbo Natale" in cui un impacciato, frustrato e bistrattato ragazzino salvava il Natale, ora è il turno di Norman, adolescente introverso ed estromesso dalla comunità scolastica, freak per definizione, cui solo un compagno obeso si rivolge per cercare solidarietà. Norman è diverso dagli altri ragazzi, ma è diverso anche dalla propria famiglia, dal padre che lo rimprovera di continuo, dalla sorella che lo prende in giro, e tutto ciò perchè Norman parla con i morti. Da sempre sente le loro voci, li ascolta raccontare aneddoti e disavventure, li saluta la mattina per strada - un traffico di fantasmi che neanche la peggior metropoli nell'ora di punta! - e soprattutto intrattiene conversazioni con la defunta nonna che secondo Norman siede sul divano di casa sferruzzando e commentando i film horror di cui il nipote è appassionato. L'isolamento di un adolescente simile è destinato a durare ben oltre l'età scolare, ma un episodio a dir poco sconvolgente - l'invasione della cittadina da parte di una serie di zombie e fantasmi - farà capire a tutti gli abitanti che solo un bambino come Norman può salvarli, un bambino capace di andare oltre le proprie paure e capace di ascoltare gli altri, fossero pure streghe dell'Ottocento. Sì, perchè la tanto temibile invasione è stata scatenata dal risveglio di una terribile strega condannata a morte secoli prima e che altri non era se non una bambina solitaria ed emarginata quanto Norman, desiderosa solo di essere ascoltata e capita, che è ciò che farà il piccolo eroe sedendosi accanto a lei in una toccante e vibrante scena. Come toccante e vibrante è tutto il film di Chris Butler, già nel team di Coraline, capace di scendere nel territorio dell'horror per incanalarlo nella malinconia e nella tenerezza. Non ci sono cattivi tout court da punire o sconfiggere, c'è solo da insegnare agli adulti ottusi e pieni di paura verso ciò che non conoscono e non comprendono che dietro una strega si può nascondere una bambina spaventata. Personaggi costruiti con gran cura, dettagli visivi e registici di pregio, battute e citazioni divertenti quel tanto che basta per sdrammatizzare scene ad alta tensione, ma soprattutto la vena poetica a sostenere un'originalissima pellicola che affronta una tematica irta di ostacoli in un film per bambini - l'horror vero e proprio deve spaventare per definizione ma in un cartone animato non si può calcare troppo la mano - ma che piacerà moltissimo anche agli adulti, perchè il metatesto comunica un messaggio universale ed eterno e perchè i bambini come Norman e come la streghetta mortalmente ferita dalla cattiveria degli altri sono la preziosa parte fragile di tutti noi.