La Partita della Vita Torna a "Romanzi e Poesie"
Attaccare, marcare, dribblare e segnare.
Illudersi per un po’, e poi precipitare giù.
Una traversa, un palo, un centimetro più in qua e la palla sarebbe entrata già.
Faticare e sudare per poi capitolare.
Arretrare per paura di partecipare, e subire il contropiede di chi uno schema
migliore ha.
Segnare un gol, e poi credere di aver vinto,
che errore,
perché è allora che te ne fanno tre.
E nell’intervallo sperare, pregare, magari tifare che dentro di te
un guizzo assassino si svegli e trovi l’angolino lassù, dove nessun portiere arrivare potrà.
E di tanto in tanto anche barare, fintare, far credere che qualcuno ti ha buttato giù,
mentre invece eri tu,
a non saper tirare, a non saper calciare, a non saper segnare.
E alla fine reclamare, perché quell’arbitro destino ti ha fatto lo sgambetto,
e dal campo sei uscito sconfitto.
Illudersi per un po’, e poi precipitare giù.
Una traversa, un palo, un centimetro più in qua e la palla sarebbe entrata già.
Faticare e sudare per poi capitolare.
Arretrare per paura di partecipare, e subire il contropiede di chi uno schema
migliore ha.
Segnare un gol, e poi credere di aver vinto,
che errore,
perché è allora che te ne fanno tre.
E nell’intervallo sperare, pregare, magari tifare che dentro di te
un guizzo assassino si svegli e trovi l’angolino lassù, dove nessun portiere arrivare potrà.
E di tanto in tanto anche barare, fintare, far credere che qualcuno ti ha buttato giù,
mentre invece eri tu,
a non saper tirare, a non saper calciare, a non saper segnare.
E alla fine reclamare, perché quell’arbitro destino ti ha fatto lo sgambetto,
e dal campo sei uscito sconfitto.