Scelta della Videocamera
Nella scelta di una
videocamera bisogna tener conto di tanti aspetti principalmente legati all’uso
che se ne deve fare. Innanzi tutto limiteremo l’analisi solo alle videocamere
professionali “palmari”, quelle più adatte al mondo ENG (Electronic News
Gathering) delle video interviste, del reportage giornalistico, del reportage
di viaggio, documentazione di congressi ed eventi, delle piccole produzioni
video per cortometraggi, documentari, ecc. Non parleremo quindi delle
videocamere spallari e da studio televisivo che esulano dagli scopi di questo
articolo. Fra le tante caratteristiche oggi vogliamo concentrarci su quattro
particolarmente importanti: la profondità di campo, il comportamento alle basse
luci, la codifica video e la latitudine di posa.
1 - Profondità di Campo
Quante volte abbiamo visto dei video
naturalistici di insetti o di fiori con il soggetto perfettamente a fuoco e lo
sfondo completamente sfuocato in modo da isolare il soggetto e concentrare
l‘attenzione di chi guarda solo su questo, oppure riprese sportive dove si vede
in primo piano l’atleta e lo sfondo è sfuocato? Ci siamo detti “Che belle
immagini, come le hanno fatte?”. Altre volte invece abbiamo faticato a fare una
fotografia in cui venissero a fuoco sia i bambini in primo piano che la
chiesetta di montagna sullo sfondo e ci siamo chiesti: “Come faccio ad avere
tutto a fuoco?”. Ebbene nel primo caso mi serve una ridotta profondità di campo
mentre nel secondo mi serve un’elevata profondità di campo. Ma, allora, vediamo intanto che cos’è la
profondità di campo. Non è altro che la misura della zona in cui tutto è a
fuoco, prima e dopo di questa zona le immagini sono invece sfuocate. Aiutiamoci
con l’esempio della figura sotto dove si vede una videocamera vista di profilo
e tutto quello che inquadra dalla distanza di 0 metri dall’obiettivo fino
all’infinito all’estrema destra indicato con oo. (A proposito, si indica
infinito in maniera convenzionale per indicare una distanza sufficientemente
lontana, ci torneremo in seguito e vedremo anche che la distanza infinita è
diversa al variare della lunghezza focale dell’obiettivo). Nella zona
intermedia vediamo che se metto a fuoco in corrispondenza del “piano di messa a
fuoco” (che ipotizziamo essere ad una distanza di 2 metri dall’obiettivo)
notiamo che avremo a fuoco i soggetti che si trovano alla distanza di 2 metri
(perché l’ho impostato io) ma sarà a fuoco anche tra 1 metro e 3 metri, quindi
un po’prima e un po’ dopo la distanza che ho messo a fuoco, mentre tutto quello
che si trova prima di 1 metro e dopo i 3 metri risulta sfuocato in modo
progressivo, cioè più lontano si trova un soggetto prima di 1 metro oppure
dopo3 metri e più è sfuocato, come si vede dalla colorazione che da verde (a
fuoco) diventa progressivamente rossa (Sfuocato). La zona a fuoco prende il
nome di Profondità di Campo. Quindi quando si parla di ridotta profondità
di campo ci si riferisce al fatto di ottenere questa zona il più possibile
ristretta e viceversa la si vuole aumentare per avere “tutto a fuoco”. Ma è
possibile variare la P.d.C.? E da quali fattori dipende la possibilità di
modularla?
La risposta a questa domanda è sì e la sua estensione dipende da tre
fattori: il fattore di crop che
corrisponde alla dimensione del sensore di ripresa, il valore di apertura del
diaframma e la lunghezza focale dell’obiettivo. Diciamo subito che si ha
una ridotta profondità di campo quanto più il diaframma è aperto, quanto più la
lunghezza focale è elevata (tele) e quanto più il sensore è grande. C’è da dire
che mentre i primi due parametri ci consentono in ogni momento di variare la
p.d.c. della videocamera che abbiamo a disposizione, il terzo, cioè la
dimensione del sensore, non è variabile se non all’atto dell’acquisto della
videocamera e quindi una volta fatta questa scelta non potremo più considerarlo
un parametro con cui variare la p.d.c. Ma dato che questo parametro pesa in
maniera abbastanza significativa sulla p.d.c. è bene avere le idee ben chiare
fin dall’acquisto della camera.