Scelta della Videocamera
Terza Parte
1.2 Diaframma e Lunghezza Focale
Come abbiamo detto oltre alla dimensione del sensore, gli altri due parametri che influenzano la profondità di campo sono il diaframma e la lunghezza focale dell’obiettivo, in particolare più è chiuso il diaframma e più aumenta la pdc, e , più è grande la lunghezza focale (cioè si va verso il teleobbiettivo) e più diminuisce la pdc. Possiamo condensare tutti e tre i parametri nel grafico qui sotto:
Come abbiamo detto oltre alla dimensione del sensore, gli altri due parametri che influenzano la profondità di campo sono il diaframma e la lunghezza focale dell’obiettivo, in particolare più è chiuso il diaframma e più aumenta la pdc, e , più è grande la lunghezza focale (cioè si va verso il teleobbiettivo) e più diminuisce la pdc. Possiamo condensare tutti e tre i parametri nel grafico qui sotto:
Per quanto riguarda l’apertura del diaframma
possiamo aiutarci con la figura 1 in cui si vede un obiettivo Nikon 28 mm, la
ghiera del diaframma dove sono serigrafati i vari valori di apertura da 2.8 a
22 in vari colori, appena sopra si vede la ghiera della messa a
fuoco con la distanza a cui si sta facendo la messa a fuoco espressa in metri
(in bianco e in piedi (ft) in giallo). Subito sotto questa ghiera ci sono una
serie di segmentini vericali di vari colori di cui quello centrale, un po’ più
lungo in bianco (indicato dalla freccia rossa), rappresenta proprio il punto di
riferimento per sapere a che distanza stiamo mettendo a fuoco. L’esempio in
figura 1 indica una messa a fuoco a 2 metri dato che il segmentino verticale
bianco detto prima è in corrispondenza di 2m nella ghiera della messa a fuoco.
Ruotando la ghiera della messa a fuoco si può variare la distanza dalla
fotocamera a cui vogliamo mettere a fuoco un soggetto, che va da una distanza
minima (che è detta “minima distanza di messa a fuoco” e dipende dall’obiettivo
usato) che in questo caso è di 30 cm, fino alla massima distanza che è chiamata
infinito (∞).
L’obiettivo consente anche di vedere in forma grafica la profondità di campo che si ha in funzione dell’apertura di diaframma scelta e lo fa proprio con quei segmentini verticali che abbiamo visto prima. Noterete che appena a sinistra del segmentino centrale bianco che fa da riferimento si trova un segmentino verticale verde e se ne vede un altro sempre verde subito a destra quasi simmetricamente. Si può notare che, nella ghiera del diaframma poco sotto, in verde è colorata l’apertura di diaframma 4. Ebbene i due segmentini verdi indicano l’estensione della profondità di campo dell’obiettivo quando in questo è selezionato il diaframma 4. Come possiamo vedere la pdc varia da circa 1,60 m a circa 3 metri, cioè tutto quello che si trova tra 1,60 e 3 metri sarà a fuoco mentre tutto quello che si trova più vicino di 1,60m e oltre i 3m sarà sfuocato.
Analogamente si può ricavare la pdc che ha questo obiettivo da 28mm per un diaframma 8 che è quella che si trova tra i due segmentini verticali di colore rosso (dato che 8 è serigrafato in rosso) e che va da 1,40m a 5 m. Con lo stesso sistema possiamo rilevare la pdc che si ha per ogni valore di apertura del diaframma. Come si vede la pdc aumenta man mano che chiudiamo il diaframma.
L’obiettivo consente anche di vedere in forma grafica la profondità di campo che si ha in funzione dell’apertura di diaframma scelta e lo fa proprio con quei segmentini verticali che abbiamo visto prima. Noterete che appena a sinistra del segmentino centrale bianco che fa da riferimento si trova un segmentino verticale verde e se ne vede un altro sempre verde subito a destra quasi simmetricamente. Si può notare che, nella ghiera del diaframma poco sotto, in verde è colorata l’apertura di diaframma 4. Ebbene i due segmentini verdi indicano l’estensione della profondità di campo dell’obiettivo quando in questo è selezionato il diaframma 4. Come possiamo vedere la pdc varia da circa 1,60 m a circa 3 metri, cioè tutto quello che si trova tra 1,60 e 3 metri sarà a fuoco mentre tutto quello che si trova più vicino di 1,60m e oltre i 3m sarà sfuocato.
Analogamente si può ricavare la pdc che ha questo obiettivo da 28mm per un diaframma 8 che è quella che si trova tra i due segmentini verticali di colore rosso (dato che 8 è serigrafato in rosso) e che va da 1,40m a 5 m. Con lo stesso sistema possiamo rilevare la pdc che si ha per ogni valore di apertura del diaframma. Come si vede la pdc aumenta man mano che chiudiamo il diaframma.
Se ora vogliamo vedere l’estensione della pdc da una certa distanza fino
all’infinito, cioè vogliamo rispondere alla domanda: “Come devo regolare la
camera per avere a fuoco da 65 cm (dove è posizionato il mio soggetto) fino
all’infinito (così avrò a fuoco anche la chiesetta di montagna sullo sfondo)? Allora
vediamo nella figura 2 lo stesso obiettivo Nikon da 28mm in cui abbiamo
impostato il diaframma su 22 (in Marrone) e ruotato la ghiera della messa a
fuoco in modo da posizionare il segmentino marrone di sinistra (quello che si
riferisce alla pdc che si ha con il diaframma messo a 22) su infinito, per
indicare che uno degli estremi della pdc che voglio ottenere deve essere
infinito, poi vado a vedere
l’altro segmentino marrone che valore mi fornisce: è di 65cm. Questo è dunque
l’altro estremo della pdc che quindi va da 65cm fino all’infinito come avevo
chiesto. Quindi per avere questa estensione della profondità di campo devo
usare un grandangolare da 28mm, devo impostare il diaframma 22 e devo mettere a
fuoco nel modo visto sopra. Non vi ci abituate però. Una pdc così estesa per
una full frame non la troverete più. Infatti è stata ottenuta con i due
parametri al massimo e cioè con la lunghezza focale dell’obiettivo bassa (28mm)
e con il diaframma più chiuso possibile per questo obiettivo (22).Ma se ora ripetessimo tutte queste osservazioni fatte con un grandangolare con obiettivi diversi per esempio un 50mm ed un medio teleobiettivo da 135mm, cosa succederebbe? Possiamo vedere nelle figure 3 e 4 la pdc per un obiettivo Nikon da 50mm (la cosiddetta focale normale, perché è quella che ha l’angolo di campo inquadrato più vicino a quello della visione dell’occhio umano), mentre nelle figure 5 e 6 è mostrata la pdc per un obiettivo 135mm.
Vediamo
subito che, come previsto, l’estensione della pdc per una messa a fuoco a 2m
con diaframma 4 che per il 28mm era 1,60-3,00m (quindi 1,40m) al salire della
lunghezza focale diminuisce a 1,80-2,20 per il 50mm (quindi solo 40cm) e scende
a zero per il 135mm per il quale la messa a fuoco a 2 metri non dà nessuna
tolleranza di messa a fuoco: tutto quello che sta prima o dopo apparirà sfuocato.
(Qui cominciano a gioire gli appassionati della ridotta pdc). Lo stesso
discorso possiamo fare per la estensione della pdc fino all’infinito, quella
che nel 28mm era da 65cm all’infinito diventa da 2,5m all’infinito nel 50mm
(anche se non è rilevata a diaframma 22 che nel 50mm non è presente ma è fatta al diaframma massimo presente che è 16)
ed arriva addirittura ad un da 9m all’infinito per il 135mm. Nella foto alla
destra si vede la pdc di un obiettivo zoom in cui si nota come aumenta, anche
graficamente, la pdc diminuendo la lunghezza focale e chiudendo il diaframma.
Mostriamo una tabella che riporta la sintesi dell’estensione della pdc in
funzione della lunghezza focale e dell’apertura del diaframma.
Dunque, in sintesi abbiamo visto come a parità di lunghezza focale dell’obiettivo, per esempio un 50mm come nella figura a destra, al chiudersi del diaframma da f/4 in cui l’estensione della pdc è di 40cm si passa ai 90cm per diaframma a f/8 a 1,80m per diaframma F/16.
Si può anche vedere come nella figura a destra nel centro, la variazione della pdc mantenendo costante il diaframma e variando la lunghezza focale. All’aumentare della lunghezza focale da 28mm che comporta una pdc di 3,60m a 50mm si ha una pdc di 90cm, fino a 135mm dove la pdc è di soli 15cm.
Infine nella figura a destra possiamo vedere come varia la pdc da una certa distanza fino all’infinito a parità di diaframma usato, in questo caso F/16, in cui si vede come da 28mm in cui la zona a fuoco parte da 85cm, arrivando a 50mm diventa di 2,50m e a 135mm diventa addirittura di 19 metri.
Completiamo il discorso
dell’estensione della profondità di campo andando a vedere nelle prossime due
tabelle la variazione della pdc per un sensore APS-C e per un sensore da 1/3”. Come
si vede chiaramente anche in questi esempi la pdc aumenta progressivamente al
ridursi della dimensione del sensore.