Una Rete Troppo Fitta
Capitolo Uno
Entrò rapidamente spingendo con forza la porta a vetri. Diede un'occhiata distratta al tavolo degli ultimi libri usciti e si diresse verso il reparto d'arte. Le piacevano le librerie. Le erano sempre piaciute. Tutte quelle storie raccontate a voce bassa e chiuse dentro copertine colorate la rendevano allegra. E poi le piaceva guardare la gente e cercare di capire il libro che avrebbe comprato. C'erano gli indecisi, quelli che passano ore a leggere l'interno delle copertine, quelli che invece arrivano con il loro bel foglietto con su scritto tutto, autore, titolo, casa editrice. Magari hanno visto la pubblicità sul giornale, però sembrano molto competenti. E poi quelli che non entrano per comprare, ma solo per curiosare, magari per innamorarsi di qualche vecchia edizione, di una copertina che evoca mondi lontani. |
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Kristy si avvicinò al tavolo più grande del reparto, quello con i volumi rilegati e le sovracopertine a colori. Sfiorò qualche libro, passò l'indice su un paio di titoli, aprì dei volumi, ne girò altri. Quando trovò una raccolta di foto di Helmut Newton sorrise. Sfogliò le prime pagine. Meravigliose donne in bianco e nero, atmosfere irreali e ambienti sofisticati la avvolsero. Arrivata verso metà del libro si fermò. Guardò con attenzione la bionda dalle sopracciglia sottili in primo piano. Poi infilò una mano in tasca. Prese un foglietto piegato in quattro, di carta bianca, forse di un block-notes. Appoggiandolo coprì il viso della bionda. Provò a spostarlo, ma così facendo sarebbe uscito dal libro, e allora ricoprì il sorriso sarcastico della ragazza. Notò che aveva un rossetto molto scuro, e gli zigomi ben pronunciati. Richiuse il libro. Riattraversò a passi lenti la libreria, diede nuovamente uno sguardo distratto al tavolo delle novità, scorse qualche titolo, ma non c'era niente che la attirasse. E così usci nel traffico delle sei di pomeriggio. Guardò il cielo, le giornate si allungavano rapidamente, il sole stava appena tramontando. Se si fosse sbrigata avrebbe potuto facilmente trovare un altro paio di librerie prima dell'orario di chiusura. Di biglietti in tasca ne aveva ancora cinque o sei, ma poteva continuare il giorno successivo, non aveva fretta. Infatti camminando a passo svelto ne scartò un paio, una era troppo vecchia, l'altra troppo sofisticata. Sapeva che in una piazza lì vicino ce ne era una, glielo aveva detto una amica dell'università, ma non conoscendo bene le strade ci mise un po' per trovarla. Era da poco in città, e ancora non si orizzontava bene. Però quando la trovò non si pentì di aver girato parecchio. Era veramente bella la libreria Stern. Antica ma ristrutturata, con scaffali ordinati senza però una precisione maniacale, con un computer alla cassa, non troppo in evidenza, probabilmente il vecchio seduto lì accanto ne sapeva più 'di quella memoria elettronica. Kristy gli sorrise e si guardò intorno.
Un paio di persone sfogliavano dei libri, una terza era ferma e cercava qualcosa in borsa. Gli occhiali probabilmente. Kristy trovò rapida-mente quello che aveva in mente, la "Recherche" di Proust, un'edizione economica ma ben rifinita. Infilò il biglietto a pagina diciotto, rimise a posto il libro e usci sorridendo nuovamente al vecchietto. Guardò l'ora. Doveva rientrare, era parecchio lontana da casa. Però era contenta. In un paio d'ore aveva trovato quattro librerie, e adesso "The Great Gatsby" di Fitzgerald, la biografia di Marilyn Monroe la raccolta fotografica di Newton e la "Recherche" di Proust pesavano qualche grammo in più. Erano circa una ventina i biglietti che aveva già lasciato nelle varie librerie, un bel lavoro in due giorni. Gliene rimanevano ancora una decina tra quelli che aveva in tasca e quelli rimasti sul tavolo della monocamera che aveva trovato in affitto, e poi avrebbe aspettato. Suo fratello Jimmy la avrebbe presa in giro per quell'idea, e sua madre avrebbe detto che era pazza, che correva un grosso pericolo. Suo padre poi avrebbe scosso la testa non capendo come un'idea del genere potesse anche solo essere presa in considerazione. Ma lei non lo aveva detto a nessuno. Ferma ad un semaforo rosso prese uno dei trenta biglietti tutti uguali che aveva scritto qualche sera prima e lo lesse. "Se stai sfogliando questo libro, o l'hai comprato, abbiamo qualcosa in comune. Questo è il mio numero, puoi chiamarmi la sera. Chissà, magari potremmo diventare amici". In fondo a sinistra, piccolo, il suo nome e il numero. Un modo come un altro per conoscere gente aveva pensato Kristy, diciotto anni, da poco in città per studiare all'università, un modo per incontrare gente che almeno abbia buon gusto in fatto di libri. Un'idea come un'altra, un'idea.
Un paio di persone sfogliavano dei libri, una terza era ferma e cercava qualcosa in borsa. Gli occhiali probabilmente. Kristy trovò rapida-mente quello che aveva in mente, la "Recherche" di Proust, un'edizione economica ma ben rifinita. Infilò il biglietto a pagina diciotto, rimise a posto il libro e usci sorridendo nuovamente al vecchietto. Guardò l'ora. Doveva rientrare, era parecchio lontana da casa. Però era contenta. In un paio d'ore aveva trovato quattro librerie, e adesso "The Great Gatsby" di Fitzgerald, la biografia di Marilyn Monroe la raccolta fotografica di Newton e la "Recherche" di Proust pesavano qualche grammo in più. Erano circa una ventina i biglietti che aveva già lasciato nelle varie librerie, un bel lavoro in due giorni. Gliene rimanevano ancora una decina tra quelli che aveva in tasca e quelli rimasti sul tavolo della monocamera che aveva trovato in affitto, e poi avrebbe aspettato. Suo fratello Jimmy la avrebbe presa in giro per quell'idea, e sua madre avrebbe detto che era pazza, che correva un grosso pericolo. Suo padre poi avrebbe scosso la testa non capendo come un'idea del genere potesse anche solo essere presa in considerazione. Ma lei non lo aveva detto a nessuno. Ferma ad un semaforo rosso prese uno dei trenta biglietti tutti uguali che aveva scritto qualche sera prima e lo lesse. "Se stai sfogliando questo libro, o l'hai comprato, abbiamo qualcosa in comune. Questo è il mio numero, puoi chiamarmi la sera. Chissà, magari potremmo diventare amici". In fondo a sinistra, piccolo, il suo nome e il numero. Un modo come un altro per conoscere gente aveva pensato Kristy, diciotto anni, da poco in città per studiare all'università, un modo per incontrare gente che almeno abbia buon gusto in fatto di libri. Un'idea come un'altra, un'idea.