Campidoglio e Piazza Venezia Torna a "I Quartieri di Roma"
Il colle dove sorgeva il tempio di Giove , era anche il centro dell’antica Roma e il nome latino , Capitolinum, è l’origine del nome Capitale. Cominciamo quindi la visita della zona con la Piazza del Campidoglio appunto cui si accede tramite una ampia scalinata, la Cordonata, alla base della quale si trovano due leoni egizi in granito, e sulla sinistra il monumento a Cola di Rienzo, che proprio qui fu giustiziato. Nella parte alta della scalinata si trovano le statue dei Dioscuri, Castore e Polluce. Arrivati in cima si apre la grande piazza, la cui pavimentazione e i cui edifici furono progettati da Michelangelo nel 1536 su ordine di papa Paolo III Farnese che voleva dare maggior lustro all’intera area. Ai due palazzi già esistenti, Michelangelo ne aggiunse un terzo dando così un aspetto trapezoidale alla piazza con pilastri a doppio ordine e balaustre alternate a statue che congiungono gli edifici. Che sono tre: Palazzo dei Conservatori e Palazzo Senatorio che erano già presenti quando Michelangelo prese in mano il progetto del Campidoglio e di cui rinnovò le facciate e Palazzo Nuovo costruito appunto su suo disegno. Il Palazzo Senatorio, che fu sede del Senato Romano dal XII secolo, è oggi sede degli uffici Capitolini e dell’ufficio del sindaco, Palazzo dei Conservatori e Palazzo Nuovo sono invece sede dei Musei Capitolini. Nel Palazzo dei Conservatori le opere più numerose sono quelle scultoree tra cui la Lupa Capitolina, in bronzo, risalente all’epoca etrusca intorno al V Secolo a.C., la Venere Esquilina risalante al I Secolo a.C., lo Spinario, in bronzo sempre del I Secolo a.C. che coglie un giovane seduto nell’atto di togliere una spina dal piede e la Testa di Costantino II, unica parte rimasta di una gigantesca statua dell’imperatore del IV Secolo d.C. Nel cortile del palazzo sono esposti dei blocchi in pietra in rilievo provenienti dal Tempio di Adriano. Come dicevamo la gran parte delle opere sono di tipo scultoreo, ma al secondo piano, vi sono tele di grande pregio, come il San Giovanni Battista di Caravaggio, Seppellimento e Gloria di Santa Petronilla, la pala d’altare che il Guercino dipinse per la Basilica di San Pietro e altre opere di Veronese, Tintoretto, Rubens, Van Dyck e Tiziano. Palazzo Nuovo, ultimato nel 1654 sul progetto di Michelangelo ha un record prestigioso perché nel 1734 Papa Clemente VII Corsini volle che divenisse museo aperto al pubblico, e divenne così il primo museo pubblico al mondo. Anche qui la collezione privilegia le opere scultoree e tra le principali c’è sicuramente il Marco Aurelio, statua equestre dell’Imperatore, in bronzo, risalente al II Secolo d.C. La sua copia si trova al centro della piazza da quando l’originale restaurato è stato spostato al Museo. Un’altra scultura da non perdere è il Discobolo perché ha una storia singolare. Il busto della statua era di una statua greca di un lanciatore di disco appunto, ma nel XVIII lo scultore francese Monnot lo trasformò in un combattente ferito. Bellissima anche la Galata Morente, copia romana di una statua greca del III Secolo a.C., malinconica e struggente. Si trovano qui anche dei reperti provenienti da Villa Adriana a Tivoli, come il Fauno Rosso, un satiro in marmo rosso e il Mosaico delle Colombe che decorava il pavimento della Villa a Tivoli. Prima di lasciare il Campidoglio un’ultima curiosità, la Piazza è orientata ad Ovest, in direzione di San Pietro, anch’esso commissionato da Papa Paolo III a Michelangelo. Scendiamo ora e visitiamo l’Insula Romana, (Piazza dell’Aracoeli)unico reperto rimasto di una serie di grandi edifici, le insulae appunto, piuttosto malandate e affittate a caro prezzo, descritte anche da Marziale e Giovenale. Questo reperto del II Secolo d.C., con volte a botte, mostra tre piani sopra il livello del terreno che nel Medioevo furono trasformati in Chiesa tant’è che il campanile è ancora vedibile. E arriviamo adesso alla Scalinata di Aracoeli, con bel 124 gradini di marmo, realizzata nel 1348 secondo la leggenda per ringraziare per la fine della peste, ma sicuramente per l’Anno Santo del 1350. Giunti in cima ci troviamo di fronte Santa Maria in Aracoeli del VI Secolo che sorge dove si trovava il Tempio di Giunone. Ha la bellezza di 22 colonne tutte provenienti da antichi palazzi (su una di esse per esempio c’è l’iscrizione “Cubicolo Augustorum” cioè camera da letto dell’imperatore) . Il soffitto affrescato rappresenta la battaglia di Lepanto e molte tombe di famose famiglie romane sono qui, come pure affreschi di Pinturicchio nella prima cappella a destra. Famosissimo il Santo Bambino una scultura di legno del XV Secolo raffigurante Gesù Bambino appunto, intagliata da un monaco francescano da un tronco d’ olivo dell’orto dei Getsemani.Venerato nei secoli e capace di miracoli secondo i fedeli (se il miracolo può avvenire le labbra del bambino diventano purpuree, altrimenti rimangono pallide) la statua fu rubata anni fa e sostituita con una copia. Si trova nella sagrestia dove è pure custodito il pannello della Sacra Famiglia lavorato nella bottega di Giulio Romano. Riscendiamo anche questa volta la scalinata e avviamoci lungo Via del Teatro Marcello verso il Tempio di Giove (Via del Tempio di Giove), costruito nel 590 a.C. ed uno fra i più grandiosi dell’antica Roma. I resti sono chiaramente ben pochi ma sufficienti a darci l’idea della sua struttura, simile al Pantheon, ma a pianta rettangolare. I resti del podio sono quelli meglio conservati. Passiamo ora alla Rupe Tarpea (Via di Monte Caprino)dedicato a Tarpea, figlia di uno dei difensori del Campidoglio durante la guerra con i Sabini. La ragazza fu corrotta dai sabini per entrare in Campidoglio e chiese in cambio “ciò che portate sul braccio sinistro” visto che i sabini indossavano preziosi e monili, ma fu ripagata con la morte visto che la schiacciarono con gli sudi che indossavano appunto sul braccio sinistro. La rupe è famosa perché è qui che anticamente venivano giustiziati traditori e criminali gettandoli dalla rupe. Tornando verso Piazza Venezia abbiamo ora di fronte uno tra i monumenti più imponenti di Roma, e cioè il Monumento a Vittorio Emanuele, anche detto Vittoriano. La costruzione venne iniziata nel 1885 e terminata nel 1911. La statua che raffigura il re è di tipo equestre in bronzo dorato. L’imponente monumento, ironicamente ribattezzato dai romani “macchina da scrivere” ospita musei mostre e dalla bellissima terrazza si gode di uno spettacolo unico. Sempre sulla piazza si trova Palazzo Venezia (l’ingresso è su Via del Plebiscito), primo edificio rinascimentale a Roma , fu costruito nel 1455 per il cardinale veneziano Pietro Barbo che diventerà Papa Paolo II. Il balconcino da cui Mussolini si affacciava è naturalmente quello centrale. Il Museo di Palazzo Venezia custodisce collezioni imponenti di dipinti, arazzi, maioliche napoletane, bronzi, armi, armature e sculture di Bernini. A poca distanza da Palazzo Venezia si trova la Basilica di San Marco (Piazza San Marco) costruita nel 336 da San Marco che all’epoca era Papa e le sue reliquie sono custodite sotto l’altare maggiore. Nel IX secolo la chiesa fu restaurata per volere di papa Gregorio IV che aggiunse i mosaici dell’abside. Un ulteriore intervento fu compiuto intorno al 1460 con l’aggiunta del soffitto a cassettoni blu e oro con lo stemma di papa Paolo, il leone rampante del patrono di Venezia. L’interno della chiesa è in stile tardo barocco romano. Il porticato e la loggia della facciata sono stati attribuiti a Leon Battista Alberti.
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