Charles Dickens (1818 - 1870)
L'aggettivo dickensiano è un'espressione ormai comune per descrivere un mondo, un'epoca, un ambiente. E questo grazie al grande scrittore inglese che ha saputo creare uno stile unico, un impronta inconfondibile, un marchio indelebile. Capace di graffiante ironia, se non sarcasmo, nel tratteggiare i personaggi, abilissimo tessitore di trame popolari e avvincenti (le sue opere furono pubblicate a puntate sui giornali popolari) Dickens è stato anche uno straordinario fustigatore di costume, capace di dipingere con crudezza e veridicità le carceri della Londra Vittoriana (la Marshalsea dove anche suo padre fu rinchiuso per debiti), gli ambienti degradati e amorali dell'alta come della bassa società e di denunciare apertamente gli eccessi e gli abusi delle classi sociali più elevate ai danni della middle class. Le sue opere lo resero estremamente popolare e al culmine della sua carriera lanciò anche due riviste ("All the year round" e "Household Words") in cui la letteratura e la denuncia sociale convivevano proprio come nei suoi romanzi. Unanimemente riconosciuto come l'inventore del romanzo sociale ha influenzato moltissimi scrittori e ancora oggi le sue opere sono insuperabili esempi di un perfetto equilibrio fra intrattenimento e riflessione, fra sentimenti e quadri realistici che sfiorano il resoconto giornalistico, fra indimenticabili personaggi comici e grandi ritratti struggenti e fortemente drammatici. Qui di seguito alcune fra le sue opere più importanti, fra cui il famosissimo racconto "Il Canto di Natale" il cui protagonista Scrooge è stato interpretato al cinema perfino da Zio Paperone.
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