Da Via Veneto a Piazza Barberini Torna a "I Quartieri di Roma"
Nell'epoca della Roma Imperiale in questa zona di Roma sorgevano i grandi giardini degli Horti Sallustiani i cui resti si possono ancora vedere a Piazza Sallustio. Nel Seicento, con la costruzione di Palazzo Barberini e Villa Ludovisi il quartiere si ampliò, ma è coni primi del Novecento che Via Veneto e dintorni divennero sede di grandi alberghi e ristoranti Negli Anni Sessanta, con l'avvento della Dolce Vita, ispirata al film del grande Federico Fellini , la strada divenne meta del jet seti nternazionale. Cominciamo quindi col percorrere Via Veneto partendo dalla grande Porta Pinciana, costruita nel 403 d.C. e la cui unica parte originale è l'arco centrale in travertino bianco. Subito sulla destra si trova l'Harry's Bar, mitico cafè e proseguendo si trova uno fra i locali più rinomati di Roma, il Cafè de Paris. La costruzione degli edifici dove si trovano grandi alberghi e locali all'aperto risale alla fine del diciannovesimo secolo laddove prima si trovava una grande proprietà dei Ludovisi durante il periodo successivo alla nomina di Roma capitale. Nel 1890 fu completato Palazzo Margherita, il nuovo palazzo della famiglia Ludovisi, che oggi ospita l'Ambasciata Americana. Alle spalle di Via Veneto, in via Lombardia, non perdete il Casino dell'Aurora , un'imponente residenza di campagna che sorgeva sui terreni Ludovisi. Costruito per volere del Cardinal Ludovisi nel XVIII secolo, è affrescato dal Guercino e sul soffitto è ritratta la divina Aurora, da cui prende il nome il casino. L'opera è estremamente originale perchè dà l'impressione che il casino sia senza tetto e che nel cielo nuvoloso un carro trascini Aurora lontano dalle tenebre verso la luce del giorno. Tornando su Via Veneto visitate la Chiesa di Santa Maria della Concezione, costruita nel 1626 per volere del cardinal Antonio Barberini (fratello di Papa Urbano VIII), frate cappuccino. Alla sua morte volle essere sepolto qui sotto una semplice lastra di pietra a fianco dell'altare. La cripta della Chiesa è estremamente particolare visto che ospita le ossa e i teschi di circa 4000 cappuccini disposte in modo da formare croci, corone di spine e altri simboli cristiani. Si trova qui anche lo scheletro intero di una principessa Barberini morta bambina. E arriviamo ora a Piazza Barberini dove, all'angolo con Via San Nicola da Tolentino, si trova la Fontana delle Api, così chiamata dall'animale simbolo della famiglia Barberini, opera minore di Bernini. Fu costruita nel 1644 ed è un omaggio a Papa Urbano VIII Barberini, con delle api che bevono le gocce d'acqua che cadono nella vasca. L'iscrizione strappa un sorriso perchè ricorda che l'acqua della fontana è a disposizione della popolazione e dei suoi animali. Sempre a Piazza Barberini si trova la Fontana del Tritone, sempre opera del Bernini che troneggia al centro della piazza. Costruita nel 1642 sempre per papa Urbano VIII è abbellita da delfini che si sostengono sulla testa mentre con la coda sorreggono una grande conchiglia. Inginocchiato su questa il Dio Tritone soffia attraverso una conchiglia uno zampillo d'acqua. Intrecciati alle code dei delfini si trovano la tiara papale, le chiavi di San Pietro e lo stemma dei Barberini. Risalendo pochi metri di Via Quattro Fontane arriviamo ora a Palazzo Barberini, costruito per volere di Maffei Barberini quando divenne papa Urbano VIII nel 1623. Il progetto si deve a Carlo Maderno e visto che la zona dove sarebbe sorto era ai margini della città lo stile scelto fu quello di una grande residenza di campagna con ali che si estendevano ai giardini circostanti. Alla morte di Maderno nel 1629 il progetto fu affidato a Bernini e al suo assistente Borromini. Le sale interne sono completamente decorate e la più imponente è sicuramente il Gran Salone, con l'affresco "Trionfo della Divina Provvidenza" di Pietro da Cortona. Fra i dipinti delle collezioni si trovano opere di Filippo Lippi, El Greco e Caravggio, oltre al "Ritratto di Beatrice Cenci" di Guido Reni e "La Fornarina", ritratto della giovane modella amata da Raffaello. Torniamo ora su Piazza Barberini, percorriamo in salita tutta Via Barberini ed arriviamo a Largo di Santa Susanna dove ci aspettano due chiese magnifiche La prima è la Chiesa di Santa Susanna (Piazza San Bernardo) con una magnifica facciata barocca di Carlo Maderno del 1623. All'interno si trovano quattro affreschi di Baldassarre Croce che imitano gli arazzi rappresentanti scene di vita Susanna, martire romana sconosciuta e della ben più famosa Susanna biblica, spiata mentre fa il bagno da due giudici nel giardino del marito. E passiamo per concludere la vista a questa affascinante zona di Roma alla Chiesa di Santa Maria della Vittoria ( Via XX Settembre) nella cui cappella Cornaro si trova "L'Estasi di Santa Teresa" opera del Bernini del 1646. La cappella ha un aspetto simile ad un teatro, con nicchie e palchi da cui si affacciano raffigurazioni dei membri della famiglia Cornaro che commissionò la cappella, e la scultura del Bernini una fra le sue opere più felici, l'aspetto del volto di Teresa è estremamente intenso e il sorriso dell'angelo che impugna un dardo, a seconda delle angolazioni, appare dolce o spietato. Tutto intorno alle figure in marmo vi sono delle lamine di bronzo a raffigurare i raggi di luce divina.
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