Fori Romani e Colosseo Torna a "I Quartieri di Roma"
La zona dei Fori era anticamente destinata alle questioni politiche, legali, agli affari e la zona era affollata di avvocati e banchieri, per questo motivo Giulio Cesare nel 46 a.C. ne face costruire uno più ampio. Tutta l’area del Foro Romano è tagliata in due dalla Via Sacra, dove si svolgevano processioni e cortei e che separa la parte ovest da quella est. Iniziamo la nostra visita con la Parte Ovest dove, tra le opere più imponenti ed importanti, spicca sicuramente L’Arco di Settimio Severo eretto nel 203 d.C. Le scene raffigurate sono relative alle vittorie dell’Imperatore e nella parte superiore sono visibili dei buchi oltre alle lettere che compongono i nomi di Settimio Severo e di suo figlio Caracalla, quei buchi sono quel che resta delle lettere che componevano il nome dell’altro figlio di Settimio, Geta, che alla morte del padre fu fatto uccidere dal fratello Caracalla che ne fece anche togliere il nome dell’iscrizione. Passiamo ora alla Basilica Aemilia che come tutte le Basiliche anticamente non aveva un ruolo religioso, visto che erano luoghi d’incontro per gli affari. Costruita nel 179 a.C. era a pianta rettangolare con colonne e un pavimento in marmo dove furono rinvenute incollate delle monete fuse dopo l’incendio che la distrusse nel 410 d.C. , a testimonianza delle transazioni di soldi che avvenivano lì. Le monete sono ancora visibili. Quello che possiamo vedere della Curia invece, è solo una copia di quella che era la sede del senato Romano. Costruita e restaurata più volte, tra gli altri anche da Domiziano e Diocleziano, all’interno della copia sono custoditi due parapetti marmorei che furono fatti costruire su ordine di Traiano. Veniamo ora ai Rostri , ciò che rimane della grande tribuna dove prendeva posto il pubblico durante le funzioni e le orazioni, tra cui la celeberrima orazione di Marco Antonio dopo l’uccisione di Giulio Cesare nel 44 a.C. I rostri - le prue delle navi rinforzate in ferro per danneggiare le navi avversarie - che ornano la tribuna, appartengono a navi catturate nella battaglia di Anzio del IV secolo a.C. Continuiamo con il Tempio di Saturno uno tra i reperti meglio conservati con le sue otto colonne e la trabeazione praticamente intatti. Risalente al IV Secolo d.C. è dedicato al Dio – Re degli Italici Saturno, particolarmente amato dalle classi povere visto che durante il suo mitico regno non c’era proprietà privata né schiavitù. Dal 17 al 23 dicembre in tutta Roma venivano festeggiati i Saturnali in cui padroni e schiavi non erano tenuti a rispettare le rispettive regole sociali e potevano cenare insieme, indossare vesti diverse dalle consuete, i prigionieri non potevano essere puniti e nessuna guerra doveva essere mossa. Accanto al Tempio di Saturno si possono vedere anche le tre colonne rimaste del Tempio di Vespasiano, riportate alla luce, come tanti altri reperti, durante i lunghissimi scavi che sono sempre in corso. Arriviamo ora a vedere la Colonna di Foca nei pressi dei Rostri. Scoperta solo nel 1816 è l’ultima opera costruita nei Fori, nel 608d.C. e dedicata all’Imperatore Bizantino Foca in visita a Roma. In stile corinzio è realizzata in marmo ed è alta più di tredici metri. Alle spalle della Colona e vicino al tempio di Saturno si trova la Basilica Iulia, voluta da Giulio Cesare e la cui costruzione iniziò nel 54 a.C. Purtroppo della grande costruzione resta solo la pianta della sala centrale e i gradini, quello che è certo che in questo che era il tribunale per le cause civili, fra urla, strepiti e pubblico pagato dagli avvocati per fare il tifo, si praticava anche altro oltre la legge, sono infatti ben visibili sui gradini e sul portico incisioni per giocare a dadi ed altri giochi d’azzardo. Occupiamoci ora di Tempio di Castore e Polluce, i due figli gemelli di Giove, di cui sono rimaste intatte tre colonne a scanalatura. La prima costruzione del tempio risale circa al 484 a.C. per ringraziare Castore e Polluce di essere apparsi durante la battaglia del lago di Regillo e aver aiutato i romani a vincere. Le colonne che possiamo ammirare oggi sono quelle della ricostruzione del 12 a.C. voluta dall’Imperatore Tiberio. Proprio lì accanto si possono vedere anche i resti del Tempio di Giulio Cesare eretto per volere di Augusto nel luogo dove il corpo di Cesare fu cremato. Passiamo adesso a visitare la Parte Est del Foro Romano ed iniziamo dal Tempio di Vesta, magnifico tempio circolare circondato da colonne, in parte ricostruito su ciò che ne restava, nel 1930. Eretto nel IV Secolo a.C. era dedicato alla dea del focolare che doveva essere sempre mantenuto acceso dalle vestali, giovani appartenenti a famiglie nobili che entravano nel’ordine intorno ai dieci anni e vi rimanevano trent’anni, servendo ed insegnando, con l’obbligo di rimanere vergini, pena l’essere sepolta viva qualora avessero trasgredito. Accanto al tempio di Vesta si trova appunto la Casa delle Vestali dove abitavano le fanciulle dedite al culto della Dea. Ciò che resta del grande edificio a tre piani con più di cinquanta stanze sono alcune delle stanze che affacciavano sul cortile centrale , dove vasche piene di ninfee si alternano a resti di statue delle più importanti vestali del III e IV Secolo d.C. Arriviamo ora ad un altro reperto particolarmente significativo e cioè il Tempio di Antonino e Faustina i cui resti sono incorporati nella Chiesa in stile barocco di San Lorenzo in Miranda. Il tempio fu dedicato nel 141 d.C. dall’imperatore Antonino alla moglie Faustina e alla morte di lui ad entrambi e la trasformazione in Chiesa si ebbe solo nel XI secolo perché in quel luogo si suppone fu condannato a morte San Lorenzo. Lì nei pressi sorge invece uno dei più imponenti resti del Foro e più precisamente la Basilica di Costantino e Massenzio di cui possiamo ammirare tre volte a botte complete che danno idea della grandiosità dell’edificio iniziato sotto l’impero di Massenzio nel 312 d.C. e terminata sotto quello di Costantino. Utilizzata per l’amministrazione della giustizia come ogni Basilica nell’antica Roma, aveva una superficie di circa 100 per 65 metri, alto 35 metri in cui trovava posto una gigantesca statua dell’Imperatore alta 12 metri, otto colonne corinzie e un tetto di tegole dorate che furono tolte per coprire il tetto dell’antica San Pietro. Passiamo ora a vedere l’Arco di Tito, eretto per volere dell’Imperatore Domiziano nell’81d.C. in onore delle vittorie del fratello Tito e di suo padre Vespasiano in Giudea con iscritta la dedica a Tito e Vespasiano e rilievi che ricostruiscono la vittoria dei romani sui giudei. Un altro edificio di forte impatto è il Tempio di Venere e Roma, progettato dall’Imperatore Adriano ne 135 d.C. e costruito nella zona dove sorgeva la Domus Aurea di Nerone. Il tempio è dedicato a Roma, personificazione della città e a Venere, madre di Enea che era padre di Romolo e Remo. Una curiosità: ogni divinità aveva una sua “cella” (santuario) e le statue che avrebbero dovuto occuparle risultarono così alte da toccare le nicchie. Motivo per cui Adriano condannò a morte Apollodoro, l’architetto responsabile. E veniamo adesso a due Chiese che si trovano nella zona dei Fori ma sono raggiungibili solo da strade esterne e quindi visitabili indipendentemente dalla visita ai Fori e relativo biglietto. Il primo è il Tempio di Romolo e Chiesa di Santi Cosma e Damiano dove il Tempio del IV Secolo d.C.,di forma circolare in mattoni e chiusa da una cupola ha ancora le porte in bronzo originali. La Chiesa di Cosma e Damiano sorge a sua volta sui resti del Foro della Pace di Vespasiano ed ha un magnifico mosaico che sovrasta l’abside. L’altra è la Chiesa di Santa Francesca Romana dedicata a Santa Francesca, la santa Patrona degli automobilisti (ed è per questo che il 9 marzo i fedeli cercano di avvicinarsi in macchina alla chiesa). Nella Chiesa si troverebbero le impronte sulla pietra di San Pietro e San Paolo che secondo la leggenda caddero in ginocchio pregando il Signore di far tornare a terra Simon Mago che era lievitato a mezz’aria sul Foro per dimostrare di avere poteri superiori agli apostoli ma che non riusciva più a scendere. Il Signore evidentemente intervenne perché Simon cadde al suolo e morì, mentre le ginocchia di San Pietro e San Paolo rimasero impresse nella pietra per sempre.
Il nostro percorso all’interno della zona dei Fori prosegue ora con la visita dei Mercati Traianei (Via IV Novembre)il complesso che Traiano commissionò ad Apollodoro nel II Secolo d.C. per il commercio soprattutto di generi alimentari. Dai resti arrivati fino a noi si può ipotizzare che più di 150 botteghe ospitassero merci varie fra cui anche spezie e fiori e ogni negozio era decorato da mosaici . Proprio alle spalle dei Marcati si erge la Torre delle Milizie da cui, narra la leggenda, Nerone assistette all’incendio di Roma. Che si tratti solo di una leggenda lo dimostra il fatto che la Torre è datata XIII Secolo. Dai Mercati Traianei ci spostiamo ora a visitare la Colonna Traiana (Via dei Fori Imperiali) datata 113 d.C. e dedicata alle campagne di Traiano in Dacia. In marmo istoriato ha un andamento a spirale e nella base vuota della colonna furono custodite le ceneri dei Traiano e di sua moglie. Papa Gregorio Magno fu artefice del salvataggio della colonna perché, dopo aver visto scolpita una scena in cui Traiano prestava conforto ad una madre a cui era morto un figlio, pregò Dio di salvare l‘anima dell’Imperatore. Secondo la leggenda Dio apparve al Papa dicendogli che l’anima di Traiano era salva ma che non avrebbe più dovuto intercedere per i pagani e quando le ceneri dell’Imperatore furono esumate la lingua intatta annunciò che la sua anima era stata salvata dall’inferno. La zona fu a quel punto consacrata e la colonna preservata. Fino al 1587 la colonna era sormontata dalla statua di Traiano, poi fu sostituita con quella di San Pietro. Arrivando a Piazza del Grillo non perdetevi la Casa dei Cavalieri di Rodi, dal XII Secolo sede del priorato dei cavalieri di Rodi o di Malta, dove ammirare la Cappella di San Giovanni. Sempre a Piazza del Grillo si trova il Foro di Augusto, eretto per celebrare la vittoria dello stesso Augusto sugli assassini di Giulio Cesare Bruto e Cassio. E sempre per restare in tema di Fori ricordiamo il Foro di Cesare (Via del Carcere Tulliano) il primo Foro costruito a Roma e il Foro di Nerva (Piazza del Grillo)noto anche come Forum Transitorium perché era situato tra il Foro della Pace e il Foro di Traiano. Purtroppo di questi ultimi Fori sono pochissimi i resti visibili. E arriviamo ora all’ultima parte della visita della zona dei Fori e cioè l'area che comprende l’Arco di Costantino e il Colosseo. Cominciamo col visitare l’Arco di Costantino (Via di San Gregorio e Piazza del Colosseo) eretto ne 315 d.C. per ricordare la vittoria di Costantino su Massenzio. Una curiosità: parecchie statue e decorazioni dell’arco provengono da monumenti già esistenti come il Foro di Traiano. E siamo così arrivati ad uno dei monumenti più famosi al mondo, il Colosseo (Piazza del Colosseo). Costruito su volere di Vespasiano nel 72 d.C. in una zona dove si trovava un lago artificiale ospitava i combattimenti fra gladiatori e animali. La capienza era di 55.000 spettatori e le entrate erano ben ottanta. Al centro del primo anello si trova il Podio, destinato all’Imperatore che con il famoso “Pollice verso” poteva decretare la morte di un combattente. Nei sotterranei del Colosseo si trovano le celle dove erano tenuti gli animali che tramite un argano venivano fatte salire fino all’ingresso dell’arena. Il nome Colosseo potrebbe trarre origine dalla grande statua in bronzo dorato che sorgeva in quella zona e che si chiamava il Colosso di Nerone. Molte delle pietre della facciata del Colosseo nel Rinascimento vennero utilizzate anche per la costruzione di San Pietro.Il Colosseo è noto anche come Anfiteatro Flavio, questo perché Vespasiano, che fece iniziare la costruzione del Colosseo, è stato il capostipite della dinastia dei Flavi. Un’ultima curiosità: nel 248 d.C. per le celebrazioni dei mille anni della fondazione di Roma si svolsero dei giochi davvero imponenti e per l’occasione gli animali che arrivarono dall'Africa e morirono nell’arena oltre ai leoni furono anche elefanti, ippopotami zebre e alci. |