Herman Hesse (1877 - 1962)
Premio Nobel per la Letteratura nel 946 Herman Hesse ha saputo coniugare come pochi altri il rigore e l'asciuttezza teutonica con la spiritualità orientale, dove visse a lungo e da cui trasse ispirazione per uno dei suoi capolavori, Siddartha. Cresciuto in una famiglia di missionari estremamente religiosi Hesse soffrì molto le rigide regole imposte dal credo del pietismo, il movimento cui aderiva la famiglia, e solo quando si allontanò definitivamente dall'ambito familiare riuscì a sviluppare un proprio credo, meno rigido e formale. Alla perenne ricerca di un equilibrio personale e fortemente depresso per lunghi periodi della sua esistenza mantenne la sua posizione di intellettuale lontano dalla politica, interessato più alle forme espressive dell'arte - era anche un dotato acquarellista - che al coinvolgimento nella società. Nelle sue opere troviamo gli echi della sua ricerca spirituale, dei turbamenti personali, del bisogno di trovare un equilibrio. Influssi importanti per il suo sviluppo, umano e letterario, sono stati Nietzche e Jung e la tematica principale di gran parte delle sue opere è il concetto di polarità, cioè di quella condizione in cui due opposti esistono e hanno ragione di esistere proprio perchè ognuno è il complementare dell'altro (lo yin o lo yang del taoismo sono l'esempio più perfetto di questo credo). Qui di seguito le principali opere dei Herman Hesse.
Peter Camenzind - 1904 Demian - 1919 Siddartha - 1922 Il Lupo della Steppa - 1927 Narciso e Boccadoro - 1930 Il Pellegrinaggio in Oriente - 1932 Il Gioco delle Perle di Vetro - 1943 |